Acqua e salute

La relazione tra acqua e vita, avvertita dall’uomo sin dai primordi della civiltà, si è sempre più sostanziata nei secoli attraverso l’approfondimento delle conoscenze sul ruolo dell’acqua nei sistemi biologici e nell’organismo umano.
In funzione delle sue peculiari proprietà chimico-fisiche l’acqua è coinvolta in quasi tutte le funzioni del corpo umano; essa agisce nell’organismo come solvente di composti inorganici e organici, favorisce la dissociazione degli elettroliti, funziona da liquido termostatico con
capacità termoregolatrici, consente lo svolgimento delle trasformazioni metaboliche, costituisce il reagente di innumerevoli trasformazioni del chimismo cellulare, come reazioni enzimatiche e ossidazione biologica.
L’acqua è il principale costituente del corpo umano e rappresenta circa il 60% del peso
corporeo nei maschi adulti, dal 50 al 55% nelle femmine (caratterizzate da una maggiore
percentuale di grasso corporeo rispetto ai maschi), e fino al 75% in un neonato. Il contenuto di acqua corporea totale, il processo di idratazione intracellulare ed extracellulare e l’equilibrio tra ingresso e uscita di acqua nell’organismo sono sotto controllo omeostatico e si esercitano con meccanismi che regolano prevalentemente l’escrezione e, secondariamente, stimolano l’assunzione mediante la sensazione di sete. Meccanismi di feed-back che agiscono principalmente sul rene sono anche in grado, seppur limitatamente, di regolare la tonicità dei fluidi corporei intracellulari.
Il gruppo di esperti scientifici dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (European Food Safety Authority, EFSA) sui prodotti dietetici, l’alimentazione e le allergie, ha di recente ridefinito i valori dietetici di riferimento per le assunzioni di diversi nutrienti tra cui l’acqua, raccomandando la quantità che è necessaria assumere per godere di buona salute a seconda dell’età e del sesso (EFSA, 2010). I valori di riferimento, che considerano l’acqua assunta complessivamente – sia mediante consumo diretto che attraverso alimenti e bevande di ogni genere –, in condizioni di moderate temperature ambientali e medi livelli di attività fisica, sono così definiti:

neonati sino a sei mesi di vita: 100 mL/kg al giorno,
bambini:

  • tra 6 mesi e un anno di età: 800-1000 mL/giorno,
  • tra 1 e 3 anni di vita: 1100-1300 mL/giorno,
  • tra i 4 e gli 8 anni di età: 1600 mL/giorno;
  • età compresa tra 9-13 anni: 2100 mL/giorno per i bambini e 1900 mL/giorno per le bambine;

adolescenti, adulti e anziani:

  • femmine 2 L/giorno;
  • maschi 2,5 L/giorno.

Data l’importanza dell’acqua per la salute umana, le acque destinate al consumo umano, sono state nel tempo fissate norme di qualità essenziali che tutte le acque destinate a tal fine devono soddisfare. Le norme, sviluppate sia in ambito comunitario che nazionale, garantiscono la qualità delle acque erogate sino al punto d’uso negli ambienti di vita e di lavoro dell’uomo, stabilendo rigorosi criteri di sicurezza per i gestori idro-potabili e sistemi di sorveglianza sulle acque fino al rubinetto dell’utente. Dal punto in cui le acque sono prelevate diventa quindi essenziale il ruolo dei consumatori nel preservare lo stato igienico-sanitario dell’acqua fino al momento del consumo, ad esempio assicurando l’adeguatezza dei materiali a contatto con l’acqua e il loro corretto stato igienico ed evitando tempi prolungati di stagnazione dell’acqua, soprattutto al caldo. Particolarmente, nel caso di trattamenti domestici, è importante conoscere le implicazioni di questi sulle caratteristiche delle acque, in modo da attuare comportamenti idonei a garantire l’assenza di ogni rischio sanitario associabile a sistemi o condizioni operative improprie e le prestazioni attese per il trattamento.

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