Il vino nella dieta mediterranea: effetti sulla salute.

Il vino, l’olio ed il frumento rappresentano la cosiddetta Triade della Dieta Mediterranea, ossia gli alimenti cardine più diffusi e più consumati ai quali si associano gli altri cereali, i legumi, la frutta, la verdura, il pesce ed in misura minore la carne. Nel territorio sannita, la presenza di vino nella dieta è una caratteristica diffusa maggiormente rispetto agli altri territori, quindi è importante avere delle basi per un consumo responsabile, che ci permettano di sfruttare le sue proprietà benefiche limitando i danni che potrebbero essere provocati da un consumo smodato, visto che parliamo di un alimento a contenuto variabile di alcool.

CHE COSA E’ IL VINO

Il vino è «esclusivamente la bevanda risultante dalla fermentazione alcolica, completa o parziale dell’uva fresca, pigiata o non, o del mosto di uva».

COMPOSIZIONE CHIMICA DEL VINO

  • Acqua 80-85%
  • Zuccheri a concentrazione variabile
  • Etanolo 10,5-16%
  • Alcool metilico 0,2-0,25% dell’etanolo
  • Alcoli superiori 0,2-0,5gr/litro
  • Glicerina 5-10gr/litro
  • Acidi Tartarico, Malico e Citrico (residui del mosto)
  • Acido Succinico 0,5-1,5gr/litro
  • Acido Lattico 2-2,5gr/litro
  • Acido Acetico 0,2-0,8gr/litro
  • Polifenoli
  • Sostanze volatili odorose
  • Sostanze azotate(tracce)
  • Sali minerali(tracce)
  • Vitamine(tracce)
  • Anidride Solforosa*

Vino nella dieta: EFFETTI DELL’ALCOOL

L’etanolo è una sostanza estranea all’organismo, quindi non indispensabile per il nostro fabbisogno energetico. Può comunque essere consumato in quantità moderate in corrispondenza dei pasti principali della giornata. Questo determina un più lento assorbimento da parte del nostro organismo con una migliore tolleranza da parte dei nostri organi ed una migliore metabolizzazione da parte del fegato.
alcool-e-fegatoA questo punto è utile ricordare che in base a numerose ricerche, è stato dimostrato che le persone abituate ad un consumo regolare e moderato di vino tendono a vivere più a lungo e vi è una minore incidenza di patologie croniche rispetto a chi non ne consuma o ne consuma in maniera eccessiva.
Addirittura il vino sembra esercitare un’azione cardioprotettiva (bassa incidenza di cardiopatia ischemica) maggiore rispetto ad altri alcolici. Queste proprietà sono state attribuite ai composti polifenolici contenuti nel vino, primo tra tutti il RESVERATROLO, assenti nei superalcolici.
Secondo altri studi il ruolo principale di protezione sarebbe da attribuire all’alcool stesso, rendendo il sangue più fluido, prevenendo la formazione di coaguli che potrebbero portare ad ischemie.
Importante è il consumo ai pasti, nel rispetto della tradizione mediterranea; quindi picchi alcolemici bassi accompagnati da un apporto costante e quotidiano di polifenoli.
Nel momento in cui si passa ad un consumo smodato, aumentano esponenzialmente i rischi, e l’alcool può provocarci i seguenti danni:
danni ai vari sistemi (fegato) con conseguenti squilibri nutritivi e malnutrizione.
neuropatia periferica, tremore, allucinazioni, psicosi, demenza.
gastriti acute e croniche, emorragie, ulcere, cirrosi epatica e danni al pancreas.
innalzamento della pressione arteriosa e vari tipi di cardiopatia.

Vino nella dieta: CONSIGLI GENERALI

Chi gode di buona salute e desidera concedersi il consumo di vino nella dieta, deve farlo durante i pasti e in misura moderata tenendo conto dei quantitativi indicati in precedenza e dei fattori che determinano la diversa metabolizzazione dell’alcool.
Nel caso in cui nel corso di un banchetto ci si trovi ad ingerire altre bevande alcoliche bisogna imparare a tener conto anche delle altre bevande per il calcolo delle calorie introdotte.
Evitare di bere in maniera troppo ravvicinata. Meglio un bicchiere di vino a pranzo e uno a cena anzicchè concentrare molto alcool nel fine settimana.
Evitare l’assunzione di vino in caso di terapie farmacologiche.
Evitare l’assunzione di alcool durante l’infanzia, durante una gravidanza o l’allattamento.
Riduci l’apporto di alcool se sei in sovrappeso o hai patologie come diabete, ipertrigliceridemia o ipertensione arteriosa.

(fonti: INRAN – Ministero Politiche Agricole)

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